La location
è prestigiosa, il Palazzo dell’Arengario che si affaccia su piazza
Duomo, ha inaugurato il Museo del Novecento il 6 dicembre 2010. Molti
i progettisti impiegati per la ristrutturazione dello spazio, ai
quali è stato chiesto di disegnare un collegamento aereo con Palazzo
Reale. La preziosa collezione è esposta su 3.700 metri quadri,
attraverso un percorso cronologico disposto su più livelli, che
lascia lo spettatore libero di visitare le sezioni in modo autonomo.
La collezione è frutto di donazioni o concessioni in comodato,
allestita attraverso sale tematiche o sale monografiche per autori.
Al visitatore viene chiesto, oltre che ammirare i lavori, di
comprendere i criteri con cui sono state raggruppate le opere,
infatti solo una lettura comparata di esse può fare capire la loro
vera natura. A Milano, oltre al nuovo museo, esistono già da tempo
altre realtà legate all’arte moderna. Nel 1950 è nato il PAC,
Palazzo dell’Arte Contemporanea, presso la zona delle scuderie e
dei magazzini di Villa Reale, e nel 1984 si è inaugurato presso
Palazzo Reale il CIMAC, ovvero il Civico Museo di Arte Contemporanea.
Il progetto del nuovo polo museale ha previsto al suo interno una
sala per le conferenze, un ristorante-bar, un bookshop, laboratori
didattici e multimediali, un archivio e una saletta focus. L’archivio
vede esposto del materiale cartaceo che tratta in buona parte il
movimento futurista, tra i pezzi più curiosi: “Manifesto della
donna futurista” e “Manifesto dei musicisti futuristi”. Per
quanto riguarda la saletta Focus, questa è sicuramente tra le idee
più felici: al suo interno saranno esposte in rotazione le opere
conservate nei depositi, tra le quali si possono trovare dei veri e
propri capolavori inediti. La struttura è concettualmente
accattivante, con un grande impiego delle pareti a vetro, che
permette un continuo scambio visivo, non casuale, tra la città e il
museo. Si accede al percorso attraverso una rampa e, la prima opera
che viene proposta è “Il Quarto Stato”, di Giuseppe Pellizza da
Volpedo: la carica dirompente del messaggio unita alla perfezione
della tecnica in stile divisionista, dà subito allo spettatore un
forte impatto emotivo. I capolavori dell’arte non mancano. Nella
sala dedicata ad Umberto Boccioni troviamo il celebre dipinto
“Elasticità” e due pietre miliari della scultura, “Sviluppo di
una bottiglia nello spazio” e “Forme uniche della continuità
nello spazio”. Del futurista Giacomo Balla sono sposti tra i tanti
lavori, “Bambina x balcone” e “Il cavaliere rosso”.
L’allestimento del museo è equilibrato, la luce crea un’atmosfera
accogliente che invoglia alla concentrazione. Ogni sala è corredata
da pannelli esplicativi in doppia lingua, e la visita può essere
gestita anche con il noleggio di audio guida. Nella sala dedicata al
Novecento italiano, siamo orgogliosi di incontrare l’artista
novarese più celebre, Felice Casorati. Il museo espone infatti un
trio di opere del Maestro: “Nudo seduto” del 1909, “Manichini”
del 1924 e “Aprile” del 1929-1930.
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