ARTE - Robin Van Arsdol







Considerato tra i più audaci street artist di New York degli anni ’80, Robin Van Arsdol nel 2011 ha preso parte alla mostra “Mare Nero”, tenutasi negli spazi della Barriera Albertina di Novara. L’artista americano era venuto in Italia per fare conoscere la nuova serie di lavori intitolati “The Prophecies”. Insieme ad altri artisti, ha esposto le sue recenti creazioni, che volevano essere una denuncia contro i disastri ambientali. 

Mentre firmava i cataloghi, Arsdol parlava con i visitatori della mostra: “Se c’è qualcosa di sbagliato dobbiamo parlarne. In America ho infranto la legge dipingendo più di 5000 murales per protestare contro il governo”. Il tuo Paese è uno tra i maggiori sostenitori riguardo la produzioni di armi: “Si, il mio Paese possiede una quantità di testate nucleari che, potenzialmente, potrebbero distruggere il mondo tre volte, questo mi crea un profondo dolore…”. Nel sentirgli affermare questa verità, ho letto nel suo volto un autentico rammarico. Testi religiosi e situazione attuale, che legame intercorre fra essi?: “I lavori esposti sono una diretta citazione delle profezie sulla fine del mondo, vedo una precisa relazione tra queste, supportata dai disastri naturali e dai cambiamenti climatici in atto”. 

Durante la presentazione dell’evento, Robin Van Arsdol ha infatti rimarcato il mancato rispetto dell’uomo sulla creazione di Dio. Le opere in esposizione, di forte impatto, riportavano scritti su vari supporti i versetti dei Vangeli di Luca, Matteo e Marco. In particolare, a mio avviso, un’opera emanava un inquietante messaggio di morte, quella che ha visto impiegare come supporto il cranio di un bufalo. (vedi foto)





                                                                                               opere dalle serie "The Prophecies"

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