"Atalanta"
La creazione rievoca la mitologia classica. La
figura femminile, lanciata in corsa, volta il capo indietro per guardare il
celebre pomo. Lo spazio aperto e circolare del sostegno si riflette in esso,
creando contrasti e restituendo leggerezza all’insieme.
E’ riscontrabile, negli
ultimi esiti espressivi della scultrice, un’evidente evoluzione stilistica.
Nelle precedenti creazioni la forma
conica dell’opera, nel suo svilupparsi in verticale, tendeva ad “aprirsi” in
analogia alle forme naturali, a ricordare il fiore o l’albero. L’idea della
metamorfosi e il rispetto della materia
utilizzata (solitamente la pietra refrattaria), fa si che la creazione
sprigioni, unitamente al significato attribuitole, un’energia ancestrale.
Successivamente accade qualcosa: lo spazio, inteso come “vuoto”, entra nell’opera, la spezza, la colma e la
reinventa. Rintracciando la struttura che sostiene i rapporti proporzionali e
spaziali, nel reciproco rincorrersi delle tensioni dinamiche, vediamo coincidere il tutto con la figura
geometria del triangolo. Principio onnicomprensivo e perfetto, esso rappresenta
sul piano esistenziale i tre gradi dell’evoluzione dell’uomo: separatio
(nascita), fermentatio (maturità) e putrefactio (morte). L’opera di Volontè, in
coincidenza con il pensiero hegeliano,
nasce dal principio dello sviluppo dialettico tra tesi, antitesi e
sintesi, processo che vede quindi il maturare nel tempo dell’espressione
formale. L’andamento curvo cede pian
piano il passo ad una struttura decisamente più lineare. I volumi sono
ora concepiti come piani, dai quali emerge chiaro -in dialogica complicità con
la luce- il profilo che oscilla tra percezioni sicure ed eleganti. La
compostezza e la fermezza d’impianto che l’opera contiene nell’idea progettuale, trovano nella
soluzione estetica l’epifania del ritmo, che stimola la comprensione sensoriale.
La refrattaria, lavorata con ossidi o limature di ferro, rinasce in una
dimensione più possente e notturna a
vantaggio dell’opera, che svela nell’incidenza luminosa la forza dei passaggi
volumetrici. I principi maschile e femminile, nelle mani dell’artista, si
completano: gli antichi amanti - Marte e Venere - si incontrano ancora una
volta nell’equilibrio degli opposti, eternamente regolatori dell’universo.
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