LIONELLA VOLONTE'


                                                                     "Atalanta"


La creazione rievoca la mitologia classica. La figura femminile, lanciata in corsa, volta il capo indietro per guardare il celebre pomo. Lo spazio aperto e circolare del sostegno si riflette in esso, creando contrasti e restituendo leggerezza all’insieme.



E’ riscontrabile, negli ultimi esiti espressivi della scultrice, un’evidente evoluzione stilistica. Nelle precedenti creazioni  la forma conica dell’opera, nel suo svilupparsi in verticale, tendeva ad “aprirsi” in analogia alle forme naturali, a ricordare il fiore o l’albero. L’idea della metamorfosi e  il rispetto della materia utilizzata (solitamente la pietra refrattaria), fa si che la creazione sprigioni, unitamente al significato attribuitole, un’energia ancestrale. Successivamente accade qualcosa: lo spazio, inteso come “vuoto”,  entra nell’opera, la spezza, la colma e la reinventa. Rintracciando la struttura che sostiene i rapporti proporzionali e spaziali, nel reciproco rincorrersi delle tensioni dinamiche,  vediamo coincidere il tutto con la figura geometria del triangolo. Principio onnicomprensivo e perfetto, esso rappresenta sul piano esistenziale i tre gradi dell’evoluzione dell’uomo: separatio (nascita), fermentatio (maturità) e putrefactio (morte). L’opera di Volontè, in coincidenza con il pensiero hegeliano,  nasce dal principio dello sviluppo dialettico tra tesi, antitesi e sintesi, processo che vede quindi il maturare nel tempo dell’espressione formale. L’andamento curvo cede pian  piano il passo ad una struttura decisamente più lineare. I volumi sono ora concepiti come piani, dai quali emerge chiaro -in dialogica complicità con la luce- il profilo che oscilla tra percezioni sicure ed eleganti. La compostezza e la fermezza d’impianto che l’opera contiene   nell’idea progettuale, trovano nella soluzione estetica l’epifania del ritmo, che stimola la comprensione  sensoriale.  La refrattaria, lavorata con ossidi o limature di ferro, rinasce in una dimensione  più possente e notturna a vantaggio dell’opera, che svela nell’incidenza luminosa la forza dei passaggi volumetrici. I principi maschile e femminile, nelle mani dell’artista, si completano: gli antichi amanti - Marte e Venere - si incontrano ancora una volta nell’equilibrio degli opposti, eternamente regolatori dell’universo.

Nessun commento:

Posta un commento